Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Della divinazione, II, 61
|
|
originale
|
|
61 Quarum omnium causas si a Chrysippo quaeram, ipse ille divinationis auctor numquam illa dicet facta fortuito naturalemque rationem omnium reddet; nihil enim fieri sine causa potest; nec quicquam fit, quod fieri non potest; nec, si id factum est quod potuit fieri, portentum debet videri; nulla igitur portenta sunt. Nam si, quod raro fit, id portentum putandum est, sapientem esse portentum est; saepius enim mulam peperisse arbitror quam sapientem fuisse. Illa igitur ratio concluditur: nec id quod non potuerit fieri factum umquam esse, nec, quod potuerit, id portentum esse; ita omnino nullum esse portentum.
|
|
traduzione
|
|
61 Se io chiedessi a Crisippo le cause di tutti questi fenomeni, anche lui, quel famoso sostenitore della divinazione, non direbbe mai che sono avvenuti a caso, e di tutti indicherebbe una causa naturale. Nulla, infatti, pu? avvenire senza causa; n? avviene cosa alcuna che non possa avvenire; n?, se ? avvenuto ci? che poteva avvenire, si pu? considerarlo un prodigio; dunque non esistono prodigi. Ch? se si deve considerare come un prodigio ci? che avviene di rado, un uomo saggio ? un prodigio: credo, in effetti, che una mula abbia partorito pi? spesso di quanto sia esistito un uomo saggio. Si compie, dunque, questa argomentazione: n? ci? che non pu? essere esistito ? giammai esistito, n? ci? che pu? essere esistito ? un prodigio: pertanto, non esiste alcun prodigio.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|